Secondo quello che dicono gli esperti sempre più coltelli si realizzano con l’acciaio Damasco, e quindi è molto interessante capire cos’è nello specifico per vedere il suo valore, e se vale la pena utilizzarlo.
Diciamo che si può anche chiamare acciaio damascato o acciaio e piegato, e viene fatto dopo aver forgiato tutta una serie di tipologie diverse di acciaio una sull’altra, per poi venire modificato esponendo questi strati.
Andando più nello specifico possiamo dire che con questa denominazione si intendono due prodotti molto diversi per quanto riguarda il settore Siderurgia, cioè Damasco saltato, o a pacchetto, e anche acciaio al crogiolo che si chiama anche acciaio Wootz.
Per quanto riguarda le origini si pensa che ci siano due opzioni e cioè una sostiene che deriverebbe dalla città siriane di Damasco, mentre un’altra scuola di pensiero sostiene che non c’è questa connessione etimologica con la città in questione.
Ma il tutto sarebbe legato a una parola araba e cioè damasco significa acquoso e che avrebbe a che fare con alcune strutture che ricordano la superficie acquosa che si forma su una superficie dell’acciaio.
Per quanto riguarda il Damasco saldato quello che si sa è che è antico visto che risulta la prima tecnica di Siderurgia, utilizzata dall’essere umano, nel senso che si riusciva a ottenere un ammasso di ferro disomogeneo, e pieno di scorie carboniose grazie ai forni estrattivi primitivi.
Però c’è un solo modo per usare questo prodotto cioè forgiarlo, ripiegandolo e allungandolo su sé stesso molte volte grazie a un lavoro di impasto che permetteva sia la diffusione del carbonio in maniera uniforme, e anche la riduzione di una inclusione nociva.
In questo momento storico la tecnica che si lega al Damasco saltato e viene usato soprattutto per produrre in maniera artigianale coltelli artistici.
Si utilizza una sorta di battitura a caldo grazie alla quale si ottiene una saldatura autogena, per poi avere delle variazioni estetiche che mantengono la funzionalità della Lama, grazie al fatto che il pacchetto viene ripiegato ritorto inciso e allungato con tante tecniche di forgiatura diverse
Informazioni sull’acciaio al crogiolo
L’acciaio al crogiolo è legato a una tecnica Metallurgica che era già molto famosa in India tantissimi secoli fa per poi diffondersi successivamente ovunque. Questa tecnica consiste nello specifico nell’inserire il ferro a spezzettato in crogioli in argilla refrattaria piccoli, unendo vari tipi di foglie e carbone di legna.
Tutto ciò viene ottenuto grazie ai forni fusori primari. Sempre per quanto riguarda questo crogiolo diciamo che veniva prima riempito e poi sigillato per essere messo in un forno per un giorno intero a una temperatura molto elevata di circa 1.200 gradi.
Una cosa molto interessante è che il ferro grazie al crogiolo riesce per diffusione ad arricchirsi di carbone grazie anche al fatto che il fabbro scuoteva questi crogioli, per poi sentire il rumore del ferro acciaio nella chiesa che era stata appena fusa.
Questi sono solo alcuni esempi perché poi ci sono altre tipologie di acciaio che vengono usate in maniera diversa in vari settori industriali.
Link Utili:
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Acciaio è il nome dato a una lega ferrosa composta principalmente da ferro e carbonio, quest’ultimo in percentuale non superiore al 2,06%; oltre tale limite, le proprietà del materiale cambiano e la lega assume la denominazione di ghisa.
Storia
L’importanza dell’acciaio è enorme e i suoi usi sono innumerevoli, come anche le varietà in cui esso viene prodotto; senza la disponibilità di acciaio in quantità e a basso costo, la rivoluzione industriale non sarebbe stata possibile. Col passare del tempo, le tecniche di produzione dell’acciaio si sono andate perfezionando e diversificando, per cui ai nostri giorni esistono molteplici tipologie di acciai, ciascuna relativa a diverse esigenze progettuali e di mercato
Classificazione
In base al tenore di carbonio
Il carbonio si presenta esclusivamente sotto forma di cementite o carburo di ferro.
Gli acciai sono leghe sempre plastiche a caldo, cioè fucinabili, a differenza delle ghise. In base al tasso di carbonio gli acciai si dividono in:
- extra dolci: carbonio compreso tra lo 0,05% e lo 0,15%;
- dolci: carbonio compreso tra lo 0,15% e lo 0,25%;
- semidolci: carbonio compreso tra lo 0,25% e lo 0,40%;
- semiduri: carbonio tra lo 0,40% e lo 0,60%;
- duri: carbonio tra lo 0,60% e lo 0,70%;
- durissimi: carbonio tra lo 0,70% e lo 0,80%;
- extraduri: carbonio tra lo 0,80% e lo 0,85%.
Gli acciai dolci sono i più comuni e meno pregiati.
In base ai tenori di altri leganti
Sono presenti degli ulteriori elementi alliganti aggiunti per lo più sotto forma di ferroleghe. In base alla composizione chimica gli acciai si possono distinguere in due gruppi:
- acciai non legati sono acciai nel quale i tenori degli elementi di lega rientrano nei limiti indicati dal prospetto I della UNI EN 10020;
- acciai legati sono acciai per i quali almeno un limite indicato del suddetto prospetto I viene superato.
Per convenzione gli acciai legati si suddividono in:
- bassolegati: nessun elemento al di sopra del 5%,
- altolegati: almeno un elemento di lega al di sopra del 5%. (Wikipedia)